1 Ottobre 2022
Oggi le caldaie a condensazione sostituiscono i vecchi impianti e si inseriscono in un’ottica di ecocompatibilità grazie al loro sistema di funzionamento. Queste, infatti, sfruttano il calore dei fumi dei gas di scarico e li utilizzano per assicurare acqua calda sanitaria e riscaldamento.
Ma come funzionano le caldaie a condensazione moderne? Per proteggerci dal freddo, le vecchie caldaie utilizzavano il calore della combustione con una conseguente dispersione del vapore acqueo, dannoso per il sistema. Un impianto di nuova generazione, invece, è progettato per garantire un importante risparmio energetico grazie ad una tecnologia fortemente avanzata che permette di recuperare una parte del calore contenuto nei gas di scarico e di trasformarlo in vapore acqueo. In questo modo, il combustibile recuperato viene sfruttato al meglio e garantisce un maggiore rendimento a fronte di un notevole vantaggio che riguarda i consumi, molto più bassi rispetto a quelli di una caldaia tradizionale.
Nel vecchio sistema, l’espulsione dei gas di combustione avviene ad una temperatura che si aggira intorno ai 110°C.
Diversamente, le caldaie a condensazione sono state progettate con un sistema che, prima dell’espulsione, permette ai gas di attraversare uno scambiatore di calore che è in grado di condensare il vapore acqueo trasferendo subito una parte del calore latente di condensazione all’acqua del circuito primario. Attraverso questo processo, i gas di scarico recuperati vengono espulsi ad una temperatura inferiore rispetto al sistema precedente che si aggira intorno ai 40° C. In questo modo, il calore, che altrimenti andrebbe disperso, viene immediatamente riutilizzato.
Si riscontra così che una caldaia a condensazione garantisce un consumo inferiore di combustibile rispetto ad una caldaia tradizionale e la quota di energia recuperabile può arrivare fino al 16%.
Nello specifico, esistono caldaie a condensazione a gas, adatte per le abitazioni già dotate di un impianto a gas e che sono molto efficienti, e caldaie a metano che possono essere installate in quelle abitazioni che si trovano in zone non servite dalla rete del gas. È necessario sapere che, per installare una caldaia a condensazione a metano, bisognerà destinare uno spazio della casa al serbatoio.
I validissimi motivi per installare una caldaia a condensazione
Il drastico abbassamento delle emissioni di CO2 che le nuove tecnologie ci assicurano attraverso questo sistema di riscaldamento è un importantissimo punto a favore della nostra salute e dell’aspettativa di vita del pianeta che, con questi accorgimenti, che si inseriscono in un progetto globale di tutela generale, aumenta notevolmente.
Inoltre, la sostituzione delle caldaie rientra in un’ottica di promozione del risparmio energetico già posto in essere dal 2016, quando le vecchie caldaie sono state costrette ad abbandonare il campo. È importante sapere che, al solo fine di smaltire le scorte, potranno essere ancora acquistate e montate le caldaie prodotte entro novembre 2015 ma che, a partire da questa data, non è stato più possibile produrre questo tipo di caldaie. Oggi, la classe per le nuove caldaie che possono essere installate va da A+ a G, e questo in base alla Direttiva Europea Eco-Design che già regolamenta la certificazione degli elettrodomestici.
Ma c’è di più. Questi prodotti sono oggetto di un importante e consistente incentivo statale che è stato messo in atto per garantire un futuro ecosostenibile. Pertanto, risulta chiaro come la tutela dell’ambiente e della nostra salute vada di pari passo con l’attenzione che si vuole rivolgere anche ad un concreto risparmio economico.
Esiste, infatti, l’agevolazione del bonus Conto Termico che corrisponde ad una detrazione fiscale del 65% dall’Irpef e dall’Ires sui lavori di intervento atti a migliorarne l’efficienza energetica degli immobili. In particolare, per i lavori che riguardano la sostituzione delle caldaie, l’importo massimo detraibile è di 30.000 euro.
Avete a disposizione 90 giorni dalla fine dei lavori per poter inviare, per via telematica, la copia dell’attestazione di certificazione o qualificazione energetica e una scheda dettagliata, redatta dall’azienda, sugli interventi effettuati.
Per essere sicuri di ottenere il rimborso, i pagamenti relativi a questi lavori dovranno essere sempre ed interamente corrisposti tramite bonifico bancario, effettuato a nome di chi che ha diritto ad usufruire dei bonus: i contribuenti proprietari dell’immobile oggetto dell’intervento; gli inquilini; i condomini; chi detiene l’immobile in comodato d’uso. Anche i familiari conviventi potranno richiedere il bonus, a patto di dimostrare di essere gli intestatari delle fatture.
La richiesta di rimborso viene certificata ed effettuata tramite la dichiarazione dei redditi e deve essere inserita insieme ai dati catastali dell’immobile e ai documenti relativi ai lavori effettuati. Il diritto al rimborso si traduce in un piano di rientro annuale suddiviso in 10 rate di pari importo.